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Cappella di Sant'Antonio

Cappella di Sant'Antonio


E’ la più citata nei Testi d’arte e nelle Guide turistiche, non solo per l’antichità, ma per i suoi affreschi da alcuni fatti risalire al 1400, da altri al XV°-XVI° secolo: semplicemente di “scuola monregalese” o gotici.

E’ situata nella frazione Valbuona, sulla strada che da Scagnello porta a Battifollo e si dice appartenente ad un antico convento.

Sprovvista di portico con l’interno molto semplice, anzi spoglio, a pianta rettangolare, presenta varie figure affrescate e ricoperte parzialmente da intonaco ed il presbiterio con la volta a vela.

Il convento femminile, al quale sembra appartenesse la Cappella, da alcuni viene indicato come benedettino, ma S. Benedetto non è raffigurato, né in detta Cappella, né in altro edificio sacro scagnellese.

E’ presente invece tra le figure affrescate, San Giacomo di Compostela ed alla base dell’altare vi è il disegno di una conchiglia simbolo del Santo: lo stesso decoro, a forma di conchiglia, è presente in due parti del vicino edificio che si suppone facesse parte di tutto il complesso conventuale.

Gli Antoniani, comunque, tra i cui componenti vi sono anche donne, dipendevano dai monaci benedettini, ma non è da scartare neppure l’ipotesi di passaggio e sosta nel convento di pellegrini in viaggio verso San Giacomo di Compostela , come è accertato in altri luoghi non lontani (es. Piozzo) e con ciò si spiega la diffusione della devozione al Santo, documentata dai molti bambini battezzati con il nome di Giacomo e dalla Cappella dedicata al Santo .

Nella Cappella si celebravano riti molto sentiti, in quanto Sant’Antonio è uno dei Santi a cui si attribuisce la protezione del mondo contadino ed in specie la salvaguardia del bestiame dalle epidemie: il 17 gennaio, festa del Santo, gli animali domestici venivano portati dinanzi alla Cappella per la benedizione.

Anche il falò, immancabilmente acceso la sera della vigilia (così come lo è tuttora), era un’ invocazione al Santo per la liberazione dall’herpes comunemente detto “fuoco di
S. Antonio”: i nostri avi raccoglievano tizzoni e cenere di detto falò con la fiducia di venir preservati da tale malanno.

Vi si celebravano solennemente anche le feste dei due compatroni della Cappella: Santa Maria Maddalena e San Ludovico, Re di Francia, santi ormai sconosciuti in questi luoghi.

Altra notizia sconosciuta alla tradizione orale, ma che è ufficialmente scritta: “In questa Chiesa suol farsi la rifondata della campane della Parrocchia quando son rotte” – (Relazione dell’Arciprete Don Persenda del 4 agosto 1866).